Unità cardiovascolari
- Cardiologia interventistica
- Cateterismo cardiaco ed angiografia diagnostica
- Angioplastica
- Valvuloplastica mitralica
- Chiusura difetti interatriali e forame ovale pervio
L'European Hospital dedica alla diagnostica ed al trattamento delle patologie cardiovascolari da oltre quindici anni un’attenzione particolare. E’ sede del Dipartimento di Cardiochirurgia e dell'Unità Operativa di Cardiologia Interventistica accreditati con la Regione Lazio, dal 1990 ad oggi oltre 20.000 pazienti del SSN hanno usufruito gratuitamente di tutte le prestazioni sanitarie erogate in regime di degenza e ambulatoriale, di servizi ed attrezzature diagnostiche tra i più moderni nonché di un trattamento clinico e alberghiero rapido e di ottima qualità.
Presso il Dipartimento viene trattata tutta la patologia cardiovascolare, dalla malattia coronaria alle malattie delle valvole cardiache, agli aneurismi dell'aorta, alle malattie congenite, alle aritmie, con disponibilità 24 ore su 24 sia dell'equipe cardiologica che cardiochirurgica.
La Cardiologia lnterventistica è dotata di due sale di emodinamica di ultima generazione ("flat panel"), e vi vengono effettuati annualmente circa 1.500 cateterismi cardiaci-coronarografie e 700-800 procedure interventistiche, comprendenti l'angioplastica coronarica con posizionamento di stent (anche in emergenza nel paziente con infarto miocardico acuto), la valvuloplastica mitralica percutanea (primo centro in Italia dal 2000 - dati rilevabili sul sito www.gise.it), la chiusura percutanea di difetti inter-atriali e pervietà del forame ovale, l'impianto di stent carotideo, l'utilizzo di guide intracoronariche di pressione e flusso e di sonde IVUS, la pericardiocentesi, l'impianto di endoprotesi aortiche, l'angioplastica di distretti vascolari periferici iliaco-femorali e renali, l'impianto di PMK.
L'attività della Cardiologia Interventistica è affiancata 24 ore su 24 dal servizio di anestesia e rianimazione affidato ad anestesisti specializzati nel trattamento di pazienti cardiopatici.
L'attività di ricerca è documentata da una produzione scientifica vasta e di livello internazionale. L'èquipe cardiologica dell'European Hospital è coinvolta in numerosi trial randomizzati multicentrici, i risultati di alcuni dei quali sono già stati oggetto di presentazione a congressi nazionali ed internazionali.
Per l'attività didattica, l'European Hospital dispone di aule dotate di collegamento televisivo a circuito chiuso per la trasmissione di interventi chirurgici o procedure cardiologiche diagnostiche e interventistiche in diretta, di una fornita biblioteca cardiologica, di collegamento a sito internet.
Il Centro Studi European Hospital gestisce e coordina l'attività di congressi, seminari, conferenze che si svolgono in ospedale.
L'European Hospital dal 2004 è sede della Direzione Scientifica de Il Giornale Italiano di Cardiologia Invasiva, organo ufficiale della Società Italiana di Cardiologia Invasiva - GISE (tiratura 6.200 copie). La rivista pubblica articoli originali e di revisione su invito inerenti la cardiologia invasiva e rappresenta un punto di riferimento culturale importante per i cardiologi interventisti di tutta Italia; è disponibile, oltre che nelle versioni stampate anche in versione elettronica sul sito internet www.ilgiornale.gise.it. dove è possibile "scaricare" gli articoli pubblicati in formato pdf.
- Complicanze legate alla puntura del vaso: Ematomi (raccolte di sangue) o pseudoaneurismi nella sede della puntura, o, molto raramente, fistole artero-venose; occlusione (chiusura) acuta del vaso (per trombosi o embolia).
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Complicanze legate al cateterismo: Eccezionalmente si possono verificare scompenso cardiaco, complicanze neurologiche, infarto del miocardio e morte; sono complicanze che si verificano raramente, di solito, ma non esclusivamente, in pazienti in condizioni cliniche molto impegnate, con ischemia grave in atto, scompenso cardiaco, insufficienza renale o insufficienza respiratoria.
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Complicanze legate al mezzo di contrasto: Si tratta in genere di complicanze di tipo allergico, oppure da danno renale.
L’angioplastica consiste nel dilatare i restringimenti delle arterie coronarie o di segmenti vascolari (ad es. arterie periferiche, carotidi, etc..) mediante cateteri a palloncino. Il gonfiaggio del palloncino provoca lo schiacciamento della placca verso le pareti del vaso, rendendolo più ampio e riducendone il restringimento.
In base a criteri clinici e/o anatomici viene deciso se posizionare uno o più stent. Lo stent è un piccolo tubicino di metallo traforato, con parete sottile fissato su un palloncino che, gonfiandosi, lo apre e lo rilascia nell’arteria. Lo stent si ricoprirà nell’arco di poche settimane/mesi di un nuovo strato di cellule del vaso e rimarrà per sempre in quella posizione. Lo stent ha la funzione di riparare le irregolarità del vaso e di mantenere aperto il vaso nel caso di occlusioni acute naturali o comparse dopo dilatazione con catetere a palloncino; soprattutto inoltre riduce in maniera significativa la probabilità che il vaso si restringa nuovamente (restenosi). Nei casi in cui siano presenti precise indicazioni, sarà deciso se posizionare uno stent medicato, cioè stent di ultima generazione che sono associati ad un ridotto rischio di restenosi rispetto agli stent convenzionali.
La valvuloplastica mitralica consiste nell'introduzione di un catetere a palloncino a cavallo della valvola mitrale che viene gonfiato permettendo la plastica (allargamento) della valvola mitrale stenotica. Per eseguire la valvuloplastica mitralica sarà necessario un cateterismo transettale che consiste nella puntura di una membrana del cuore denominata setto interatriale (struttura che divide l’atrio destro dall’atrio sinistro).
La chiusura dei difetti interatriali (DIA) o del forame ovale pervio (PFO) consiste nel posizionare, attraverso cateteri inseriti in accessi vascolari periferici, un dispositivo (ombrellino) a cavallo del difetto esistente tra atrio destro e atrio sinistro.
Dopo l’angioplastica, valvuloplastica e chiusura dei DIA/PFO è raccomandata una permanenza a letto per circa 24 ore. Il tubicino (introduttore) posizionato nell’arteria periferica per introdurre i cateteri, viene rimosso subito, se si chiude l’arteria con sistemi meccanici di emostasi, o dopo qualche ora dalla procedura, secondo il grado di coagulazione del sangue ed i farmaci che sono stati somministrati. Per evitare ematomi e stravasi di sangue è molto importante che il paziente segua scrupolosamente i consigli del medico sul riposo nell’immediato periodo dopo la procedura.